ATTRAVERSO I LUNGHI GIORNI
E LE INTERMINABILI NOTTI
"Non ho un passato perchè l'ho sprecato stupidamente. Il presente è ancora peggio
Che devo farne del mio amore e della mia vita?"
Montaggio dedicato al capolavoro di Ryusuke Hamaguchi, "Drive My Car" del 2021.
Una pellicola straordinaria, in cui vengono trattate tematiche fondamentali quali la rielaborazione del lutto, l'importanza della parola e l'apertura verso il prossimo.
Il Film ha ottenuto 4 candidature e vinto il Premio Oscar come Miglior Film Straniero nel 2021.
La storia di un uomo di teatro che supera il trauma della morte della moglie grazie all'imprevisto incontro con una giovane autista.
Due destini apparentemente lontani, che si incrociano inaspettatamente.
Un incontro che cambierà le loro vite.
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SINOSSI
Yûsuke Kafuku, un regista e commediografo che ha da poco perso la moglie, accetta di trasferirsi a Hiroshima per dirigere un laboratorio teatrale.
Qui lavorerà ad una particolare versione dello Zio Vanja di Cechov; abituato a memorizzare il testo teatrale durante i viaggi in auto, grazie a delle registrazioni della moglie, il protagonista si troverà impossibilitato a guidare per un glaucoma.
Sarà quindi costretto ad affidarsi ad una giovane autista: inizialmente riluttante, Kafuku poco a poco entrerà in confidenza con la giovane, con la quale troverà molti punti in comune.
Entrambi si apriranno a vicenda, trovando nuovi motivi per andare avanti e guardare la vita con speranza.
Interpretato da Hidetoshi Nishijima (Kafuku) e Toko Miura (Misaki Watari)
"La mia vita è perduta, non si torna più indietro"
In questo Montaggio ho voluto giocare molto su suoni e colori, evidenziando lo stato d'animo del protagonista nel corso dell'intera vicenda.
Si parte con il suono della pioggia ed il silenzio della parola, un silenzio assordante che avvolge l'animo del protagonista mentre congeda i presenti al funerale della moglie defunta.
Un mondo improvvisamente diventato grigio, senza colore: in preda ai pensieri, il protagonista si imbarca in lunghi viaggi in macchina, in solitaria.
Il mondo attorno è lui è spento, monocolore: il rosso vivo della sua Saab 900 Turbo taglia il paesaggio grigio come una lama calda nel burro
La monocromia desolante è alternata ai monologhi del protagonista, impegnato a recitare passaggi dello "Zio Vanja" di Cechov, personaggio con il quale troverà straordinarie similitudini.
Poi l'incontro con Misaki Watari, una giovane autista dal carattere duro ma genuino, incaricata di sostituire al volante il protagonista per un Glaucoma.
I due cominceranno a viaggiare insieme: inizialmente c'è diffidenza, quasi timore a scambiare qualche parola.
Poi un raggio di sole illumina il volto del protagonista, un accenno di colore balena riflesso sul finestrino della Saab 900 Turbo.
"E' una bella giornata".
"Sì".
"Ma la loro sconfitta e fallimento, è anche colpa nostra"

"Bisogna vivere, e noi vivremo. Vivremo una lunga fila di giorni e di interminabili notti"
Kafuku e MIsaki iniziano pian piano a scambiarsi confidenze, ad aprirsi l'uno con l'altra.
I drammi personali dei due protagonisti si intrecciano, il dolore viene condiviso, la pena dimezzata.
Il silenzio assordante nella testa del protagonista verrà sostituito da parole, le parole porteranno con esse calore umano e conforto.
Il mondo grigio inizia pian piano a riacquisire colore e tono.
I due scopriranno di avere molto in comune: "Andiamo da qualche parte, Drive my car".
Inizia così un lungo viaggio, verso una destinazione lontana.
L'elaborazione del lutto trova la sua risoluzione nello straordinario finale del film, in cui il protagonista si lascia andare con Misaki.
Tutte le frustrazioni, le tristezze, i dubbi di Kafuku troveranno pace grazie a un semplice gesto.
Un abbraccio, senza nient'altro da dire.
"Dobbiamo vivere. Ce la faremo".
